Notizie Nazionali
Su Radio Popolare Roma, ogni giorno, si parla di acqua pubblica
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- Pubblicato: Domenica, 18 Aprile 2010 13:46
Costituito il cordinamento veneto per la campagna referendatia
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- Pubblicato: Domenica, 18 Aprile 2010 12:21
Le miniere aperte dell'America Latina
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- Pubblicato: Domenica, 18 Aprile 2010 12:10
Paolo Rizzi - Cochabamba 17 aprile 2010
Oggi alla terza fiera dell'acqua di Cochabamba, un seminario e' stato completamente dedicato all'impatto dell'attivita' mineraria in Bolivia, in rapporto all'acqua e al territorio. Edoardo Galeano ci ha donato pagine indimenticabili sullo sfruttamento del Cerro Rico di Potosí e sulle tragiche condizioni dei minatori, oggi le vittime sono i cittadini e l'ambiente circostante: non esiste impatto peggiore di una miniera a cielo aperto.
Il seminario ha per nome: "Diritti collettivi e diritti della madre terra" nella sessione mattutina si e' discusso della Costituzione Boliviana appena votata, Pablo Villegas del CEDIB analizza le differenze penalizzanti introdotte dalla mediazione governativa per accontentare la destra neoliberale. Le modifiche hanno in alcuni casi stravolto il testo approvato ad Oruru, per permettere alle multinazionali di continuare a operare con le vecchie regole, prendendosi gioco della proclamata sovranita' dello stato, esigendo una "seguridad juridica" e impedendo che l'azienda mineraria nazionale, COMBIPOL abbia strumenti di controllo o sanzionatori. La partecipazione dei cittadini rimane limitata solo alla fase di "disegno" dei progetti e non ha voce nella fase attuativa. Pablo Regalsky di CENDA cita l'articolo 7 in cui si dichiara che le risorse naturali sono di proprieta' del popolo e che quindi il governo di Evo Morales viola la sua stessa costituzione con le concessioni fatte in questi tre anni.
I casi piu' eclatanti sono le miniere di :
San Cristobal, concessa agli americani Della Apex Silver Mines nel 2007 nella regione di Potosí , nel delicatissimo e affascinante territorio dei salar di Uyuni.
CoroCoro compartecipata con i coreani della Korea Resource nella regione di La Paz e inaugurata da Evo stesso il 26 ottobre 2009.
Mutun nel territorio di Santa Cruz , nella delicatissima area della Chiquitania e del Pantanal Boliviano, quarta riserva mondiale di acqua dolce del mondo, dichiarato sito Ramsar e patrimonio mondiale nel parco nazionale Anmi Otuquis, con un contratto della durata di 40 anni siglato il 18 luglio 2007 con la multinazionale indiana Indal Stell e approvato con la legge 3789 dal parlamento. Un contratto che occupa le cronache di questi giorni correndo il rischio di essere annullato perche' sono stati investiti solo 12 milioni di $ contro i 600 previsti .
Rafael Quispe di CONAMAQ a nome dei popoli indigeni promotori del seminario "Actividad minera y territorios indígenas campesinos", apre i lavori del pomeriggio e denuncia la vocazione estrattiva, a i danni della Pachamama,( la madre terra ) sia da parte del Capitalismo che dal Socialismo dichiarando che il modello Comunitario proclamato da Evo Morales non e' ancora stato concretizzato.
Quispe, da nativo boliviano puo' permettersi di dichiarare che il primo presidente indigeno di un paese latinoamericano non ha consultato, in tema di miniere, il popolo originario a cui la legge dello stato attribuisce rionoscimento giuridico in base alla legge 352 e 30. Lo stato bolviano non puo' quindi definirsi plurinazionale senza riconoscere i diritti del popolo indigeno. Francisco Quisber di FRUTCAS, associazione ambientale che da 20 anni lavora in difesa del territorio del Potosi, ricorda la cacciata dell'arrogante LITHCO nel 1992 col suo contratto capestro, e denuncia oggi l'estrazione di acqua fossile operata della miniera di San Cristóbal che, grazie agli studi dell'idrogeologo nordamericano Robert Moran e' stimata in 50 milioni di litri al giorno.
La legge mineraria boliviana, non prevede che si debba pagare per l'acqua usata e quindi la piu' grande miniera boliviana estrae, oltre a zinco, piombo e argento, anche acqua fossile e lo fara' per i restanti 17 anni del contratto per un quantitativo che raggiungera' i 292 milioni di m3.
A fronte di un profitto annuale stimato in 1 miliardo di $ allo stato ne vengono riconosciuti solo 35 milioni.
La revista PetroPress ospita nel numero di gennaio un dossier redatto da Chantal Liegeois dal titolo "Minando el agua" in cui l'autore, uno dei pochi riusciti ad entrare nella miniera con due amministratori locali ed rappresentanti dell'agenzia del medio ambiente, per nulla collaborativi e allineati alle posizioni dei tecnici della MSC, denuncia la unilaterita' dei dati forniti, inutili dal punto di vista di una valutazione di impatto ambientale e la mancanza di un verificatore indipendente, nonche' l'assenza di pozzi e misure piezometriche utili a monitorare la diminuzione della falda fossile.
sotterranea.
La direzione della miniera si difende dichiarando di usare acqua salata pescata a 200 mt e quindi inutile per gli usi umani, ma le analisi di R.Moran indicano che la falda dell'acqua dolce oggi profonda fino a 50 metri, si sta abbassando e infiltrando con l'acqua salata a causa del suo intensivo prelievo.
A questo si aggiunge il dannno creato dal bacino per la raccolta dell'acqua di cola, proveniente dai residui di lavorazione, che percola il terreno inquinando l'acqua di superfice.
A seguito dell'ispezione e del rapporto Moran sono state sottoposte 10 domande al ministero dell'ambiente e dalla MSC, ma nessuna risposta e' stata data.
articoli su qesti argomenti alla pagina web http:aguabolivia.org/pag2/ o al sito di CEDIB http://www.cedib.org/
Forse e' questa una delle ragioni per cui le attivita' qui al Complexo Fabril dove ha luogo la terza feria dell'acqua di Cocabamba non vedono nessuna partecipazione dal parte del MAS.
Purtroppo il partito di governo legge le critiche delle associazioni ambientaliste e delle comunita' indigene come una contro-Cumbre.
All'uso minerario dell'acqua fossile nel Potosi, si aggiunge, per il progetto Mutuni, che prevede lo sfruttamento dell'acqua della laguna Caceres pari ad una richiesta di 1540 lt al sec. e la costruzione di un bacino di raccolta da usarsi durante la stagione secca, nonche' la costruzione del canale fluviale artificiale del Proyecto Vial Portuario Motacucito Mutún puerto Busch e dell'acqua per l'accampamento dei 1.200 minatori che sta sottraendo la risorsa alla comunita' di Chalera Warnes.
Anche a Coro Coro, che come San Cristobal e' una miniera a cielo aperto, la questione dell'acqua ha un grande rilievo, in quanto l'estrazione del rame e' associata a giacimenti che contengono zolfo che causa scarichi di acque acide nei fiumi, e prevede l'uso di acido solforico in quantita' fino a 50 tonnellate al giorno dannosi per l'uomo e la biodiversita'
In tutte queste miniere non e' prevista nessuna mitigazione ambientale, i soli progetti realizzati in Bolivia con la partecipazione di COMIBOL, e del ministero del medio ambiente DIMA, che abbiano progetti di prevenzione e mitigazione, quali le coperture dei residui minerari e la canalizzazione delle acque di cola, sono i progetti pilota del Minero Matilde in La paz e del Minero Colquechaca, realizzati grazie alla cooperazione danese.
Nel merito della questione delle ambitissime miniere di Litio e del progetto pilota La Planta a Rio Grande di Uyuni con l'azienda francese Ballore' relazionero' in un prossimo articolo.
Il 22 aprile il calendario delle nazioni unite prevede la celebrazione della giornata mondiale della terra, la Pachamana indigena, speriamo che il Governo di Evo Morales, concluda la sua Cumbre sui cambiamenti climatici con un cambio di politica ambientale sul suo territorio, a partire dalla indispensabile legge mineraria.
Paolo Rizzi CTNA
Nato a Foggia il comitato referendario locale
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- Pubblicato: Domenica, 18 Aprile 2010 12:01
Nella giornata di Venerdì 16 Aprile 2010, si è svolta presso la sede provinciale della CGIL di Foggia la prima riunione di costituzione del comitato referendario acqua per la provincia di Foggia.
La riunione ha visto la partecipazione di numerose sigle appartenenti a varie realtà sociali, culturali e politiche della provincia di Foggia. All’incontro erano presenti anche normali cittadini interessati a partecipare attivamente alla campagna referendaria. Obiettivo principale del comitato è quello di costruire un fronte quanto più possibile largo, coinvolgendo le forze politiche e le associazioni civili, ma soprattutto i diretti interessati, le persone, le donne e gli uomini che non vogliono veder legato il proprio diritto al vivere da un decreto legge che “privatizza la stessa vita”.
Aprilia, commissioni consiliari favorevoli alle delibere per la ripubblicizzazione
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- Pubblicato: Venerdì, 16 Aprile 2010 08:38
Diecimila in marcia. Inizia la decima Feria del Agua
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- Pubblicato: Venerdì, 16 Aprile 2010 08:15
Diecimila persone circa, il coinvolgimento di movimenti sociali ed organizzazioni da ogni parte del mondo. E la massiccia partecipazione delle sigle dei comitès de agua riuniti in Asicasur, i comitati di base che gestiscono autonomamente la distribuzione dell’acqua della zona Sud di Cochabamba, una delle realtà più forti e rappresentative della Bolivia.
La Tercera Feria Internacional del Agua – dal 15 al 18 aprile a Cochabamba - è stata inaugurata così: con una marcia partecipata e coraggiosa che in mattinata ha attraversato la città dalla storica Plaza 14 Septiembre ed è arrivata alcune ore dopo fino alla sede operaia del Complejo Fabril.
Adesso basta, sull'acqua decidiamo noi
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- Pubblicato: Giovedì, 15 Aprile 2010 17:06
Perché un referendum?
Perché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo. Mettendo oggi la nostra firma sulla richiesta di referendum e votando SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere. E’ una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso.
Perché tre quesiti?
Perché vogliamo eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua.
Perché vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
Cosa vogliamo?
Vogliamo restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva. Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene comune. Per conservarlo per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Dai referendum un nuovo scenario
Dal punto di vista normativo, il combinato disposto dei tre quesiti sopra descritti, comporterebbe, per l’affidamento del servizio idrico integrato, la possibilità del ricorso al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Tale articolo prevede il ricorso ad enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni), ovvero a forme societarie che qualificherebbero il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e scevro da profitti nella sua erogazione. Verrebbero di conseguenza poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini.
E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali
Il video della conferenza stampa del 31 marzo, dopo il deposito dei quesiti in Cassazione
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- Pubblicato: Giovedì, 15 Aprile 2010 16:52
Da Cochabamba: "L'acqua fossile della Bolivia"
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- Pubblicato: Giovedì, 15 Aprile 2010 15:04
In Bolivia l’acqua non è solo l’oro blu, è plata (argento), nichel, rame, stagno, boro; è anche acqua fossile usata a scopi minerari; è un’acqua “mina…cciata” a causa delle contaminazioni delle attività minerarie.
La Green economy è il nuovo Potosì del 21° secol, ed il Litio ora rappresenta la nuova plata che fa correre le multinazionali di tutto il mondo in gara per accaparrarsi una quota di questo minerale, indispensabile per accumulare e fornire energia alle batterie delle auto, dei cellulari, …e della mia camera fotografica accecata dall’abbagliante luce del Salar di Uyuni, l’immenso deserto di sale di 12.000 km2, sotto cui giacciono 19 milioni di tonnellate di Litio, pari a circa il 60% della disponibilità mondiale finora conosciuta.
Disastro ambientale di Bussi, WWF parte civile
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- Pubblicato: Giovedì, 15 Aprile 2010 12:22
Il WWF esprime soddisfazione per l'accoglimento da parte del giudice De Ninis della richiesta dell'associazione di costituzione di parte civile per i gravissimi fatti di Bussi.